Colombia: non sei sola!

Desembre 6, 2008 at 1:19 pm

Gracias por enviar la firma de tu coletivo/organización, indicando el país, a: colombianoestasola@gmail.com

Le organizzazioni qui sotto firmanti fanno un appello alla comunità internazionale per dimostrare la propria solidarietà davanti all’aggravarsi della situazione che vivono le organizzazioni sociali ed i difensori dei diritti umani in Colombia e davanti alla loro valente resistenza al neoliberalismo.

A partire dal trionfalismo generato dall’operazione “Jaque”, il governo colombiano ha incrementato la politica di segnalamento e criminalizzazione delle organizzazioni sociali. Negli ultimi mesi si sono moltiplicate le aggressioni, gli assassini, gli sfollamenti forzati delle comunità indigene nelle zone del Cauca e del Chocò; i difensori di diritti umani sono stati vittime di sequestri e di molestie permanenti. Solo tra il 17 di settembre e il 12 di ottobre sono stati assassinati 12 compagni indigeni. Le organizzazioni studentesche sono state segnalate come nido di terroristi e dal Ministero degli Esteri minacciano di zittire tutte le organizzazioni che lavorano in difesa dei diritti umani in Colombia dall’Europa.

La militarizzazione e la paramilitarizzazione è ancora più grave nelle regioni che possiedono risorse naturali strategiche abbondanti in Colombia, come l’acqua, il petrolio, i minerali, la biodiversità e la terra. L’entrata delle transnazionali per sfruttare questi ricorsi non ha fatto che peggiorare questa situazione. E’ questo il caso della multinazionale bananiera Chiquita Brands –antica United Fruit Company-, che è stata processata in giudizio per il pagamento ai paramilitari delle Autodefensas Unidas de Colombia a Cordoba e in Urabà, coinvolti nei massacri e negli sfollamenti forzati verso popolazioni che si opponevano alle sue attività. E anche casi di multinazionali del petrolio come la Occidental Petroleum e la Repsol-YPF che operano in Arauca, dove sono stati denunciati crimini di lesa umanità che colpiscono principalmente le organizzazioni sociali. Di fatto, siamo testimoni di una strategia chiara di svuotamento dei territori mediante l’espulsione attraverso la violenza di comunità indigene, afrodiscendenti e contadine. Questo avviene in maniera evidente davanti all’affare degli agrocombustibili promossi in maniera irresponsabile dalla Comunità Europea e dagli Stati Uniti, che ha portati a deforestare i territori e convertirli in deserti verdi di palma africana e canna da zucchero.

A causa delle sue ricchezze e della sua situazione strategica in termini geopolitica, la Colombia è anche il paese dove si articolano il Plan Mesoamerica (prima Plan Puebla Panama) e l’Iniziativa di Integrazione dell’Infrastruttura Regionale Sudamericana (IIRSA). Questi megaprogetti, articolati con il Plan Colombia, comportano preoccupanti impatti sociali ed ambientali e non hanno altro obiettivo che l’appropriazione delle risorse naturali e l’utilizzo delle regioni come luoghi di transito di merce. La loro realizzazione richiede anche l’annichilamento di ogni opposizione, quindi, causa la violazione dei Diritti Umani in Colombia.

Nonostante la violenza strutturale che esiste nel paese, la mobilitazione e la denuncia stanno riuscendo a paralizzare il Trattato di Libero Commercio (TLC) con gli Stati Uniti. I TLC formano parte strutturante dell’architettura neoliberale dell’economia mondiale, attraversata da una delle peggiori crisi mondiali della storia. Davanti a questa situazione, ciò che si richiede è rafforzare i mercati interni e regionali. Con l’infelice esempio del Trattato di Libero Commercio dell’America del Nord (Messico-Canada-Stati Uniti), l’esperienza ci ha dimostrato che questi tipi di accordi economici solo portano la perdita totale della sovranità oltre ad un evidente impoverimento delle popolazioni locali. Ma il governo colombiano non impara la lezione. Oggi non ha dubbi nello smembrare la Comunità Andina delle Nazioni, nella quale diversi paesi hanno una prospettiva critica e degna di fronte all’Accordo di Associazione che l’Unione Europea pretende imporre. Oggi, il governo di Uribe non rispetta il mandato costituzionale di promuovere l’unità latinoamericana e preferisce firmare bilateralmente TLC con Stati Uniti ed Unione Europea. Davanti alla cecità del governo, chi lo tiene chiaro, è il Popolo. La dimostrazione sono lo sciopero dei lavoratori della canna da zucchero e dei lavoratori per la giustizia in Colombia, la mobilitazione nazionale di resistenza indigena e popolare, che dimostrano un rifiuto netto al modello selvaggio dello sfruttamento capitalista.

In risposta alla coraggiosa resistenza del Popolo colombiano, la strategia attuale del governo colombiano consiste in segnalare, criminalizzare, neutralizzare e far sparire qualunque opposizione alle sue politiche di libero commercio, saccheggio e militarizzazione. Con un quadro legale locale ed internazionale totalmente vulnerato ed una Costituzione politica non rispettata, la Colombia continua ad affondare lentamente nella sabbia mobile della corruzione e del terrorismo di Stato. La comunità internazionale si trova, dal canto suo, in una situazione di totale disinformazione di questa realtà. Un nuovo attacco contro le organizzazioni che difendono il rispetto dei Diritti Umani in Colombia, tanto locali così come internazionali, obbedisce alla volontà di creare una nuvola di fumo che copra l’attuale crisi governativa, nel mezzo dello scandalo parapolitco e della innegabile relazione tra paramilitari e istituzioni come la Fiscalia, l’Esercito e la Polizia.

E’ per questo che facciamo un richiamo a tutte le organizzazioni sociali, culturali, in difesa dei diritti umani, nazionali ed internazionali per circondare con il nostro appoggio reale i compagni e le compagne che sono oggetto di questi segnalamenti. Rendiamo responsabile il signor Alvaro Uribe Velez per le conseguenze alla vita e all’integrità delle persone ed organizzazioni che possano provocare i suoi segnalamenti. Esigiamo che li ritratti pubblicamente

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Kolumbien: Du bist nicht allein! Colombia: Não está só!


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